giovedì 17 maggio 2012

Steam!Magazine 3



Eravamo all'inizio del 2010. Eravamo lanciatissimi, la qualità dei prodotti aumentava spaventosamente, il numero anche, e pure i contatti non erano messi male. Il numero delle fiere cui presenziavamo era sempre più alto, e cominciavamo a prendere contatto con ogni tipo di realtà fumettistica dello stivale. In più, eravamo appoggiati da una tipografia. Insomma, avevamo le spalle larghe.

Non ci piaceva, ovviamente, il contatto con la realtà fumettistica: ogni cosa che vedevamo, ogni luogo che visitavamo, ogni persona con cui parlavamo delineavano un certo tipo di trend che dichiarava già asplicitamente dove saremmo arrivati. Nel fumetto, e nel resto. Ma non è questo il topic, ora.

Se non ricordo male, Steam!Magazine 3 uscì alla fiera di fumetto più bella che abbia mai visto in zona, vale a dire Fullcomics, del buon Salvatore Primiceri. Purtroppo non la faranno più qua, perchè tante cose non sono andate come dovevano andare, non sempre per colpa dell'organizzazione. Ne riparleremo, prima o poi.

Non era l'unico albo che pesentavamo in tale manifestazione, ma eravamo orgogliosi di avere qualcos'altro che fosse arrivato al terzo albo consecutivo (oltre Vincent de Ville). Inoltre, i contenuti avevano fatto un salto stilistico dal numero precedente talmente alto che anche noi ce ne stupivamo e ce ne complimentavamo.

I contenuti seguivano le trame delle storie che già erano partite sin dal primo albo, con il Pozzi Perduti di Marfisia, che in questo albo raggiungeva il terzo episodio;

Nel frontespizio di presentazione appariva il generale Arcano, personaggio della serie, sul quale io e Marfisa discutemo (anche animatamente) molto a lungo, in maniera particolare per quello che avrebbe dovuto essere il suo destino finale (che ovviamente qua mi asterrò dallo svelare). Nel (lunghissimo) tempo di progettazione della serie probabilmente sono arrivato ad odiare questo personaggio al quale oggi, invece, sono profondamente affezionato. Se sono arrivato ad odiarlo è perchè ormai sentivo parlare solo di lui, di continuo, di continuo, una cosa assurda. Marfisa sa essere una vera macina quando vuole. E, per inciso, il suo metodo di progettazione delle trame è totalmente avulso dalla mia personale visione della cosa. Di conseguenza, alla fine il personaggio non lo sopportavo più.

Poi, come spesso accade nella vita, Marfisia ha smesso di discuterne, e pian piano io questo personaggio ho cominciato a scoprirlo da solo, a rivedere lui nella serie e anche la serie stessa...ed oggi, come ho detto, gli sono profondamente affezionato. Non vedo l'ora di vedere svolgersi la trama che Marfisia tanto minuziosamente ha congegnato. E spero che se la ricordi bene perchè io non mi ricordo più un tubo.

Lo stile di Marfisia, se quello degli altri autori cresce e si modifica albo dopo albo (compreso il mio), CAMBIA proprio. L'unico elemento che continua a contraddistinguerla, com'era prevedibile, è la vena grottesca di accompagnamento dei suoi disegni, che onestamente ho sempre trovato affascinante. Come avete già auto modo di vedere dalla nuova matita di Cycero,

Il suo stile è cambiato profondamente, è più pulito e più dettagliato, più elegante, più completo. E pensare che questa giovane ragazza è ancora all'inizio!


Diverso il metodo di lavoro di Ric (rck015: non me ne voglia, ma sono troppo abituato a chiamarlo con il diminutivo del suo nome), invece. Se la memoria non mi inganna, non gli ho MAI visto scrivere una sceneggiatura. Solo, per Exenon, esiste un soggetto lungo quanto tutto il contenuto di questo blog (scherzo: in realtà credo che sia moooolto di più), cosa che in effetti lo rende un po' inutile, come soggetto. Per il resto, lui lavora su mini plottini in cui si segna posizioni, figure, sfondi e testi completi. Un metodo molto personale, che per alcuni è estremamente funzionale, per altri no. Sono curioso di vedere cosa accadrà il giorno che dovrà scrivere una storia per qualcun altro. Occhio, Ric.

Prima dei plottini, e qua viene la parte più interessante, viene il suo metodo di "scrittura" delle trame...o almeno, quello che seguiva fino a qualche tempo fa, quando cioè ha cominciato ad avere le idee decisamente più chiare sul come buttare giù le sue storie: egli veniva da me, e mi raccontava tutta la trama, punto per punto, fermandosi solo per rispondere alla mie domande che magari rivelavano ingenuità autoriali o, peggio ancora, veri e propri buchi narrativi. Partiva quindi una caccia alla soluzione che spesso occupava ore ed ore, con plausibilità di trama che potevano essere montate e smontate a piacimento, a seconda di come più tornava comodo per una certa soluzione o per l'altra.

Ma la soluzione più in uso per lui sono i plottini. Anche se ancora oggi capita che butti giù un intero capitolo, e poi mi dica: credo che lo butterò via e lo rifarò da capo...voglio cominicare da molto prima".

Capita. Fino a che sei in gioco, puoi giocare in tutti i modi che vuoi. Guarda Marfisia, accidenti, con il suo Cycero, quanto ce lo fa penare! (oh, per tutti e due: si scherza, eh!)

Il giocattolino di Ric, invece, Godless arriva con questo albo al suo secondo capitoletto. Non ha un frontespizio personale perchè, essendo la prima storia dell'albo, in apertura c'è il frontespizio dell'albo stesso,



Comprendente sia Godless che Arcano. Ad occhio, credo che il frontepizio sia una collaborazione tra me e Marfisia...ma non escluderei che sia tutta sua. Marfy, confuta o sottoscrivi, per cortesia.

Per quello che riguarda la storia stessa, invece, ci si è mossi in questo secondo capitolo esattamente come nel primo: Ric ha scritto la storia su plot, io ho schizzato le figure su tavola seguendo le sue impostazioni, lui ha fatto tutti i disegni principali seguendo i miei schizzi, e infine io li ho chinati. Come per il primo capitolo, caratteristica chiave di questo prodotto è che gli sfondi sono interamente disegnati e generati in autocad.


Anche questo è un prodotto a cui tengo particolarmente, perchè...semplicemente mi piace la storia. La trovo fantasiosa, divertente. Poi io ho sempre adorato le ucronie, quindi...


Chiude il trittico delle storie lunghe Suicides, sempre di Marfisia ma disegnato, in questo caso, da Valentina Veschi (di cui abbiamo già visto qualcosina). Una Vale in gran forma, questa, che non si risparmia e centra probabilmente lo stile ideale della serie:

Se penso a come era nata decisamente sfigata, devo ammettere che è stata decisamente un bel cambiamento. Oh, già, ma voi non sapete nulla di questa storia...bhe, vi racconterò, prima o poi. Sappiate solo che Suicides ha seriamente rischiato di non esistere mai. La sua storia fondamentalmente si mescola con la storia dello stesso Steam!Magazine, tra storie cancellate, liberatorie non firmate, disegnatori ed autori entrati ed usciti come se cercassero solo un bagno, e così via. Oh, insomma, dai, fatemi radunare per bene le idee e poi vi racconterò anche questa storia, dopo che avrò parlato anche del numero quattro del contenitore. L'ultimo uscito, per il momento.


Quanto al frontespizio di Suicides, CREDO che fosse mio. Chiedo alla Marfy di confermare o smentire, come sempre.

Chiude l'albo una storiella breve di Leo (di Pippo), che ci sta sempre bene! :D Andatevelo a leggere che è una figata!


Infine, una serie di tre pubblicità sui prossimi prodotti. Troverò il modo di parlarne in altro loco più indicato.

Una cosa importante da segnalare è che a questo punto, tolto di mezzo il distributore, era già avvenuto anche il passaggio di proprietà del marchio SteamPress, acquistato a caro prezzo dal precedente editore e gestito semiprivatamente dal sottoscritto. Ma anche questa è un'altra storia che dovrà venir raccontata in altro luogo più consono.


Questo è soffioleggero, si parla di fumetti, relax, riflessioni sulla vita e sul mondo. Grecia di nuovo alle elezioni. Il popolo si muove per ritirare tutto il contante. Stiamo per assistere a qualcosa di sempre ipotizzato e mai visto prima... (in Argentina non fecero in tempo). Passo e chiudo!


2 commenti:

  1. Mi piace definirlo metodo di scrittura a gomito®, non vuol dire niente ma è molto bello come suona, tutti diritti sul nome sono riservati ovviamente.

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    1. Molto diverso dal metodo a gomito stretto ©, che è tutta un'altra cosa.

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