sabato 18 agosto 2012

CAPITOLO 6 - terza parte

Dopo una sparizione forzata dovuta ai bei tomi della telecon (che il cielo li strafulmini), finalmente posso riprendere la pubblicazione!! Sono rimasto indietro di un sacco di cose nel frattempo, ma ora vediamo di recuperare, eh! Senza contare tutte le persone che aspettano qualcosa da me, con le quali mi scuso. Prima o poi recupererò.


Voglio segnalare, inoltre, che ultimamente io, Ric e Marfisia ci siamo dilettati a giocherellare con Martin Mystere assieme agli amici dell'associazione culturale "nipoti di Martin Mystere".

L'avrei segnalato prima, ma questa lunga interruzione improvvisa della rete me l'ha impedito.

Qua potete trovare la storia che noi tre abbiamo realizzato a sei mani. Qua invece trovate il blog nel gruppo. Tra le nostre cose già pubblicate, qua c'è uno studio per un personaggio realizzato da Ric, mentre qua ne trovate uno mio.

Molto presto vedrete altre tre storie realizzata solo da me, solo da Marfisia, e solo da Ric.

E anche altro.

E poi, se avete notato, nel link che ho inserito al blog di Ric ci sono grosse novità all'orizzonte.

Questo anche per scusarmi del fatto che sul soffio leggero del tempo sono un po' indietro. ;)

Oh, ma poi c'è anche il romanzo, insomma, che volete di più?

Che poi siamo già ad un capitolo lungo il triplo degli altri.

Ricordate che se volete leggere tutto il romanzo dovete andare qua.





XXI.

Dopo mille tentativi, Daniel e Laura erano riusciti a costruire una rudimentale macchina del tempo. In realtà non la era affatto, ma si comportava da tale. Era solo un rover che gli avrebbe permesso di spostarsi all'interno delle scene inquadrate dai suoi cristalli di neve. A conti fatti non cambiava nulla: grazie ad essi, sempre di un vero e proprio spostamento temporale si trattava; ma è bene precisare che la macchina non era affatto in tempo di muoversi tra le epoche in maniera autonoma. Riusciva a farlo unicamente perchè a guidarla v'era Daniel, grazie alla presenza e la concentrazione fornita da Laura, e solo perchè il punto di partenza era il luogo dal tempo fermo. Caduta una di queste tre caratteristiche, la macchina non gli avrebbe mai permesso di spostarsi nella storia.

In pratica, nulla di più era che un semplice smaterializzatore dotato di una primitiva versione dello schermo dello scienziato. In verità, anche tutto il resto della tecnologia era stato copiato, un po' qua e un po' là, per tutta la storia dell'umanità. Inizialmente avevano tentato di copiare la macchina di Lego, ma dopo averla replicata in tutto e per tutto, dovettero arrendersi all'evidenza che funzionava solo grazie ad un particolare ausilio delle pistole.

Esse alteravano talmente tanto il tessuto spaziotemporale che la loro esistenza avrebbe potuto essere una costante della teoria della relatività, a fianco di valori quali energia, massa, velocità, e chiaramente, tempo.

In parole povere, per calcolare precisamente la velocità che la macchina del tempo avrebbe dovuto scaturire per muovercisi, non si poteva vare a meno di considerare che le pistole ESISTEVANO. Esse fungevano da condensatori, lasciando che il tempo fluisse interamente attraverso di loro. Considerando il tempo come una entità libera, invece, sarebbe stato come cercare di pescare acqua da una piscina vuota.

Questo Zimmerman l'aveva capito. E introdusse una variabile che riusciva ad estromettere le pistole dal flusso costringendolo a passare da un suo condensatore interno alla macchian stessa. Una sorta di inganno, per farla breve.

A Daniel questo diceva molto di più. Questo diceva chiaramente che le pistole erano state create esplicitamente per INIBIRE i viaggi nel tempo. Qualcuno, prima di lui, aveva avuto la sua stessa idea.

Ma aveva ormai PAURA, ad usare quella tecnologia. Costruire una Lego 3 avrebbe probabilmente significato modificare talmente tanto il tessuto temporale, quello stesso che il creatore delle pistole si era tanto preoccupato di conservare integro, che a inibire a sua volta quel vincolo gli pareva di infrangere il più importante dei comandamenti.

No, mai e poi mai avrebbe osato inibire ancora una volta il potere delle pistole.

E mai, MAI, Daniel osò spostare ancora le pistole dal loro normale ciclo cronologico, tranne che per la decisione che tanto difficilmente aveva preso. Talmente tanti danni erano già intercorsi per la loro stessa esitenza che se avesse mai avuto una minima certezza che questo non ne avesse generati di peggiori probabilmente le avrebbe distrutte.

A onor del vero, comunque, da qualche parte, nel creato, qualcuno avrà pur costruito una macchina del tempo. Ma che una?...centinaia, milioni di macchine del tempo. Una volta stabilita che la cosa era possibile, ci sarebbe stato solo da sbizzarrirsi per farlo. E si sa che l'essere umano in queste cose va veramente forte.

Solo che non sapeva dove trovarle. E scandagliare tutte le infinite realtà gli avrebbe richiesto veramente tutta l'eternità. Eternità che, era evidente, ora Daniel non aveva. L'avrebbe avuta probabilmente in futuro, ma ora non l'aveva.

Pensò, però, fugacemente, che una volta risolta tutta questa situazione, sarebbe stato duopo costruire un database. Archiviare le informazioni, poterle gestire con facilità.

Un computer.

- Ma perchè, intendi fermarti qua, poi?-, chiese Laura, che stava pensando anch'ella a qualche progettino da portare a termine una volta risolta la situazione in questione.

- Oh...non so, ma credo che di cose da fare ce ne siano davvero parecchie... e poi francamente non credo che la storia abbia ancora uno spazio per me.-

Ora però il suo strumento era attivo e funzionante, e non vedeva l'ora di usarlo. Doveva aver già cominciato a raccogliere i suoi effetti, perchè lui si sentiva infinitamente meglio, e cominciava ad avere un aspetto decisamente più giovane. Dopo vari sbalzi, al momento di salire sulla macchina dimostrava all'incirca una venticinquina d'anni. Aveva i capelli corti, con un solo ciuffetto davanti.

- Come sto?-, chiese sorridendo.-

- Sei ridicolo.-

- Oh.- smise di sorridere.- Dovrò lavorarci su.-

- Sarà meglio.-

La macchina, avevano avuto modo di vedere, produceva brina durante lo spostamento. Laura fornì all'amico un completo da aviatore fregato chissà dove nel tempo, ma di indubbia originalità.

Aggiunse anche una sciarpa rossa.

- Rossa? Non dovrebbe essere bianca? Di solito sul giubbotto di pelle ci va la sciarpa bianca...-

- Trovo che il rosso ti doni.-

Se la mise.

- Allora non discuto.-

Volse la macchina verso il 2041.


XXII.

Vincent aveva appena finito di ripore le pistole. Si era fermato un po' ad osservare il panorama dalla terrazza della rocca, perdendosi nei suoi soliti pensieri, ed infine era sceso. Di sotto, la sua Chevrolette Corvette del '56 lo stava aspettando.

Stava mettendo in modo, quando nella sala piccola della torre la temperatura di abbassò di 5 gradi. Ci furono diverse scariche elettriche, e nella gran luce apparve la macchina. Daniel tossì e pensò che avrebbe dovuto fare qualcosa per questi cali di temperatura. Viaggiare nel tempo era FREDDO. Scese dall'apparecchio, e si fermò un istante a contemplare anche lui il panorama.

un enorme senso di tristezza lo colse.

La valle, il fiume...

Gli mancava, tutto questo. Non era possibile misurarlo nel suo luogo fuori dal tempo, ma quanto c'era voluto per costuire la macchina?

Dovevano risolvere anche questa cosa, la misurazione del tempo locale. Ma infine, quello che ora contava era che aveva la sensazione che fossero passati anni...forse decenni. E forse era davvero così. Ma ha senso parlare di tempo che passa laddove il tempo non scorre?

Infine, si voltò: eccolo, era lì. Era proprio quello il punto in cui era morto.

Lui era morto.

Era morto.

Lui.

Che strana sensazione trovarsi a pensare una cosa del genere!...

La macchina lanciò qualche altra scarica.

- Ehiehiehi, mica vorrai lasciarmi qua, bella, vero?-

Prese il ferro che aveva sotto il sedile, e lo usò per forzare le pietre. Ne estrasse la scatola, la caricò a bordo, sotto il sedile, ripose anche il ferro e saltò sù.

Giusto in tempo, perché la macchina stava ripartendo, riportandolo al suo luogo senza tempo.

Pensò che avrebbe dovuto trovare il modo di regolare meglio la perduranza. Sembrava quasi che la macchina si scaricasse e venisse riattratta al punto d'origine.

- Tutto bene?-

- Si, ho preso le pistole.-

- Lo so, ti ho visto dala finestra.-

- Bene, ora diamo una ricaricata alle batterie della macchina. Riesce a tenermi lì troppo poco tempo.-

- Poi riparti subito?-

- Si. Alla volta del 2011.-


XXIII.

Trovarsi all'interno del flusso "temporale" della macchina, mentre questa si muoveva era effettivamente molto curioso. essa entrava in primo luogo nella continuità desiderata, e poi da essa raggiungeva il punto descritto.

Come già precisato, la macchina non viaggiava realmente nel tempo. Ma per la percezione del viaggiatore, questo non era realmente visibile. anzi, mentre raggiungeva il punto desiderato, tutta la realtà attorno a lui cambiava a velocità di decine d'anni al secondo. Vedeva palazzi nascere, cadere, strade spostarsi, intere città allagarsi o ridursi.

Questo naturalmente era quello che vedeva lui, spostandosi in frazioni di tempo così ristrette: se si fosse mosso di intere ere geologiche, avrebbe visto la creazione e lo spostamento delle montagne, lo sfaldamento dei continenti, l'aumento o la diminuzione del livello della terra.

Il display che avevano montato sulla consolle girava i numeri dei giorni e dei mesi così rapidamente che non li vedeva. Solo quelli degli anni si muovevano ad una velocità che lui poteva osservare.

Era diretto verso il 2011. Tuttavia, quando fu attorno al 2018, fu colto da una feroce curiosità, e rallentò il viaggio. Voleva vedere cosa c'era realmente in quel 2016 sul quale era ancora fortemente in dubbio. E così, quando che il display fu ormai sulla data del 5 luglio, mise in posizione centrale il pomo di cristallo e lasciò che la macchina si fermasse.

Pensò che in fin dei conti non c'era nulla di particolarmente strano: ormai era ovvio che il viaggiatore temporale era lui. E sarebbe stato normale, quindi, essere nel 2016. L'unica cosa che voleva vedere è dove il flusso l'avrebbe portato: se di fronte ai due ragazzi, oppure nel fosso, dove se stesso stava ormai rantolando.

E le nebbie che si formavano normalmente quando era infase dirallentamento cominciarono a diradarsi: si trovava lì, proprio di fronte a se stesso sedicenne ed a Samantha. Ecco qua, visto? Curiosità soddisfatta. Nessuno zombi, nessun rapimento. Lui e Samantha. Felici. Almeno fino a che lei non lo avrebbe lasciato, distruggendogli l'esistenza.

Era felice del fatto che lei vivesse, certo. Ma fu forse peggio di prima. Ora aveva la certezza che avrebbe passato tutta la vita assieme ad una stronza che poi alla fine gliel'avrebbe distrutta, condizionando coì tanto la sua stessa esistenza da portarlo infine alla morte.

Tutto tornava, no? Alla fine, questo per lui contava. In un modo o nell'altro era morto, questa volta nel 2059, tutta la sua esistenza aveva una logica coordinata, non c'erano errori.

Eppure fu seriamente tentato di fermarsi di fronte a quei due e avvisare se stesso del fatto che lei l'avrebbe distrutto. Chi, di fronte alla possibilità di salvarsi, non ne avrebbe approfittato?

Ma fu una frazione di secondo la riflessione: se l'avesse fatto, poi avrebbe cambiato un'altra volta la storia (ammesso, e non concesso, che potesse decidere di darSi retta), e questo probabilmente avrebbe portato al disfacimento di tutto quello che era riuscito a costruire ora, compreso, probabilmente, la sua macchina nel tempo ed il relativo avviso a se stesso. Alla fine, tutto sarebbe rimasto invariato, perchè se lui a 16 anni non avesse avuto l'avviso, lui a 59 sarebbe comunque morto di infarto, ritrovandosi in quel tempo fuori dal tempo, ed avrebbe comunque fatto di tutto per avvisarlo, rinnovando tutto il giro da capo.

Eccolo là: il loop temporale era sempre in agguato. Per la storia non sarebbe cambiato nulla, ma lui sarebbe rimasto intrappolato per sempre.

Doveva stare molto attento a queste cose.

I suo pensiero durò appena una frazione di secondo. Poi, a voce alta, senza pensarci troppo, si disse:

- Ecco qua. Non c'è nessuno zombi. Nessuna realtà alternativa, nessuna distropia. Devo solo prender atto del fatto che la storia vede Samantha vivere per distruggermi l'esistenza....-

Guardò il volto di Samantha, ragazzina, di fronte a lui...quanto era bella, e quanto gli mancava, QUELLA Samantha...Dove ti eri persa, stupida ragazzina? In quale piega temporale sei diventata il mostro che ti sei infine rivelata?...

Allungò la mano per carezzarla, dimenti del fatto che:

A-quella non era la sua Samantha, ma quella del Daniel del 2016. Cosa che avrebbe probabilmente, anch'essa, cambiato leggermente le cose.

B-la macchina era ancora parzialmente in funzione, e le cupole proteggevano il suo tempo momentaneo dal suo tempo esterno. Sfiorò la cupola di contenimento che esse creavano, e ritirò subito, fortunatamente, la mano.

Si guardò i polpastrelli: erano invecchiati. Probabilmente solo di qualche anno, ma erano invecchiati.

Questo lo riportò infine alla realtà, e rimise in modo la macchina. Reimpostò la data.

- Meglio andare. Il romanticismo mi sta rovinando. Il mio compito è quello di aggiungere i due ragazzini e dar loro e pistole, che poi magari se tardo faccio ritardare anche loro all'appuntamento che hanno tra 45 anni...-

E si rimise in moto verso il 2011.

Stava scherzando, naturalmente. Stava pensando alla battuta che Daniel aveva fatto nel futuro: "Ma guarda un po'. 45 anni per presentarci all'appuntamento...e per poco non abbiamo fatto tardi."

Ma casualmente, Daniel e Samanta ragazzini avevano sentito solo questo di tutto quello che l'altro Daniel aveva detto: "...tra 45 anni".

Il che, per la loro cronologia, avrebbe significato nel 2061. Sempre casualmente, Samantha avrebbe preso molto sul serio quello che questo viaggiatore aveva detto, vivendo con la totale e completa ossessione di cosa sarebbe potuto accadere nel 2061. Questo il nostro Daniel viaggiatore lo stava ricordando solo ora (forse perchè solo ora la cosa si era regolarmente inscritta nel tessuto temporale?). Sorrise, a tutte le volte in cui Samantha gli aveva fatto una testa così su questo argomento.

Povera, piccola, stupida Samantha. Di quante cose nella vita non avevi capito mai un cazzo!..

Tra queste, c'era stata la sua assoluta insensibilità. Che aveva distrutto la sua esistenza. L'aveva ripetuto troppe volte, ormai? Questo perchè ora, con certezza assoluta, Daniel aveva capito che avrebbe preferito che fosse morta sotto l'attacco omicida di quel povero forsennato malato di zombitudine.

E fu lì che un lampo colpì la macchina del tempo.


XXIV.

Daniel venne sospinto da un lato del suo rover, ma riuscì ad aggrapparsi in tempo.

-Ma che dia..?-

L'apparecchio venne scosso ancora tre volte, prima di trovarsi dentro un vortice. Questo Daniel non l'aveva proprio previsto. Guardò il display: non aveva tenuto la data. Si stava invece rispostando alla stessa data precedente, allo stesso orario. Stava iniziando ad intuire, e ne aveva il terrore.

Infatti ora, quando le nebbie si diradadono tutto quello che vide fu se stesso dentro il canale.

- Oh, no, no, no!...-

Alzò la testa, e vide Samantha. Si stava dimenando, cercando di sfuggire a quella furia che ormai l'aveva brancata. Lei strillava, strillava come una ossessa. E piangeva, ne era sicuro. Cercò di saltare fuori dalla macchina, ma le nebbie del tempo glielo impedirono: con uno scossone, lo ributtarono a sedere, e richiusero la visuale. Un grosso lampo colpì l'esterno della macchina, dopodichè le nebbie si diradarono di nuovo: Samantha era oramai morente, con brandelli di carne grondanti sangue spari ovunque, e stava solo annaspando.

Gli mancarono le parole, e un nodo lo prese alla gola. Poi riuscì ad urlare, urlava fortissimo, piangeva e cercò di raggiungere di nuovo la bestia che aveva di fonte, ma ancora una volta le nebbie del tempo lo portarono via, riaprendosi solo per mostrare lo zombi che ora stava dirigendosi verso il canale, in direzione di Daniel.

Sentì uno sparo, e poi non sentì più nulla.

Quando le nebbie si riaprirono di nuovo, era in'un'altra visuale. Era di nuovo dentro il canale. Il se stesso sedicenne semisvenuto cercava di bofonchiare qualcosa, ma non aveva molto senso. Risentì lo sparo, e vide lo zombi cadere a terra.

Comprese che, di nuovo, non c'era molto che potesse fare, nemmeno qui.

- Sarà meglio che mi allontani. Cercerò più avanti di capire cosa è realmente accaduto qui. Tutta questa situazione rischia di portare davvero il continuum fuori di 45 anni.-

E infine, le nebbie del tempo avvolsero tutto di nuovo. Questa volta il display aveva ripreso a segnare la giusta data del 2011, e lì vi si stava dirigendo.

Prima di farlo, però, sostò acora una volta a quell'angolo ove dovevano trovarsi i due ragazzi, oppure il malato che assalì la ragazza.

Stavolta non c'era più nessuno.

Erano stati portati via dagli uomini vestiti di nero. Appena lo comprese, le nebbie lo riavvolsero e lo reimmersero nella tempesta temporale, che lo strasportarono al giusto appuntamento.

Daniel comprese che il rover interpretava le inconguenza come delle tempeste. E che difficilmente, da lì, almeno, avrebbe potuto farci qualcosa.


Si prese alcuni secondi per pensare, ma era già arrivato. Ora la macchina si spense, e al ritiro delle nebbie, lui si trovava nel 2011, sulle sponde del fiume Nera.

Un corpo di brina cadde dalla macchina.

I due bambini si spaventarono ma, come ricordava che fosse, non scapparono.

Li guardò, tirò su con il naso e li salutò.

- Ehm...salve!-, disse la sua controparte.

- Buongiorno...- , disse il piccolo Vincent.

Si tolse anche il berretto, e respirò profondamente, guardandosi attorno. Disse che era una bella giornata.

La era davvero. Lì non era avvenuto ancora nulla con Samantha. Non era morta, non l'aveva sposata, non l'aveva ancora neppure conosciuta. Si, era davvero una bella giornata.

- Si...carina.- , si rispose con la sua istanza giovanile. Vincent invece gli chiese subito chi fosse.

" Buon vecchio Vincent", pensò. Diede un'occhiata al display, poi scese dalla macchina.

- Se la mia strumentazione non mi inganna, oggi dovrebbe essere il - lo ricontrollò -2011. 15 giugno 2011. Giusto?-

- Si, esatto.-

- Bene, la macchina funziona ancora. Allora, se i miei calcoli sono esatti voi dovreste essere i piccoli ...uh...Daniel e Vincent.-

- Come fai a conoscerci?-

Vincent era una miniera di domande.

- Eh, io vengo da lontano, ragazzi miei...e vi conosco abbastanza bene. Ho qualcosa per voi. -

Allungò la mano sotto la poltroncina del macchinario, ed estrasse la scatola rettangolare di metallo. Il cerchio stava per chiudersi.


XXV.


- Ecco. Queste sono per voi. Non posso ancora spiegarvi a cosa vi serviranno, ma verrà il momento in cui vi saranno indispensabili.-

- Cos'è?-

- ...sono delle pistole. Si chiamano Samādhi, e sottintendono all'unione, durante la meditazione, del meditando con il meditato.-

- Eh?...-

Con il tempo lui aveva avuto anche modo di sapere di più sulla storia delle pistole, ovviamente.

- No, magari questo ve lo spiego meglio quando siete più grandi...-

Chissà se ce ne sarebbe stata più l'occasione, in realtà.

- Non capisco...-

- Aspetta, Daniel...questo signore, che non sappiamo chi sia...ci sta dando delle armi?...-

- Potrebbero servirvi tra cinque anni. Esiste una grossa possibilità che possiate trovarvi in una situazione in cui vi saranno indispensabili. Ma...potrebbe anche essere veritiera questa ipotesi...- ormai era confuso anche lui. Qual era la continuità reale, quella dello zombi o quella di Samantha che viveva? Nadia era già stata esclusa, questo l'aveva capito, ma nel 2016 lo scontro ci sarebbe stato oppure no? A quale realtà doveva fare affidamento?

-...Potrebbe anche non succedere nulla. In questo caso, ci sarà un secondo appuntamento, tra trenta anni esatti. -

Di questo almeno era certo. O meglio, era certo del fatto che ci sarebbe andato solo Vincent, perchè lui era morto nel 2016...comunque. Però no, aspetta, la continuità aveva poi cancellato anche quell'incontro, alla fine.

Comunque, sapeva che sia che ci fosse o non ci fosse tal'uno o tal'altro incontro, era giusto che per rispettare questo unicuum temporale queste erano le cose giuste da dire.

- Trenta anni? Saremo vecchi e decrepiti, ormai...-

Ma pensa te! Era stato proprio lui a parlare.


- Uhè, ragazzino, non avrete poi tanti anni.-

In qualche strana maniera, si risentì. Sapeva che quando aveva avuto i suoi 41 anni, in realtà erano volati. Quel giorno del 2011 non gli sembrava poi tanto lontano e, no, non si sentiva affatto vecchio. Anche se ora era apparentemente un venticinquenne, sapeva perfettamente che a 41 non si sentiva affatto vecchio.

- Sarà...-

Quando si è giovani, il tempo sembra durare una eternità. Con il tempo, esso si restringe sempre di più. Ma c'è un motivo, ovviamente: quando hai 1 anno, per te un altro anno corrisponde al trascorrere della tua intera esistenza. Ma una volta trascorso quell'anno, per replicare il corso della tua intera esistenza ce ne vorranno due, di anni: questo significa che il valore temporale dell'anno appena trascorso si è svalutato della metà. Così, quando hai 10 anni, arrivare a 40 significa coprire quattro volte il corso della tua intera durata temporale, ma quando arrivi a quaranta ti rendi conto che quello che avevi appena trascorso a 10 non era altro che un quarto della tua durata temporale. Il che significa che quando avevi 10 anni l'hai sopravvalutata di ben 16 volte!

Tutto questo fino alla fine dei tuoi giorni, quando ti rendi conto del fatto che il valore della tua durata temporale è quella che hanno tutti, a prescindere dalla durata della propria esistenza: UNA vita. E basta.

- Ahhh, bambini...comunque, quello che accadrà tra trenta anni esatti è un appuntamento che non potrete assolutamente mancare, nemmeno volendo...-

- Ma...-

Gli disse allora di non preoccuparsi. Che le pieghe del tempo avrebbero collocato ogni cosa al suo posto nel preciso istante in cui ce ne fosse stato realmente bisogno. Che per il momento era difficile anche per lui spiegargli le cose in maniera più chiara di così, ma un giorno avrebbero capito.

- Vincent...che ne pensi?-, chiese il piccolo Daniel.

- Penso che questo tizio è più confuso di noi. Dovremmo ridarle a lui, le pistole.-

- E che se ne fa?-

- E che ne so? La stessa cosa che ci dovremmo fare noi, presumo...-

- Si ma se non lo sappiamo nemmeno noi vuoi che lo sappia lui?-

- Sveglio non mi sembra...-

- Ehm...ragazzi...- intervenne Daniel mentre risaliva a bordo del mezzo - ...ci vediamo, eh?-

- Dove va? Aspetti che dobbiamo ridarle le pistole!-

- Aspetti!!-

-Ehm...-

E finalmente le nebbie, fortunatamente, lo avvolsero.


XXVI.

Una volta rientrato, Laura gli disse di aver visto tutto.

- Sei riuscita a vedere anche la distorsione?-

- Proprio a quella mi riferivo.-

- Dovremmo trovare il modo di evitarle. Oppure di isolare il rover.-

- Non è quello che volevo dire.-

-In che senso?-

- Samantha, Daniel. Credo che dovresti deciderti.-

- Io? Decidermi a far che?-

- Tenerla o lasciarla andare. Temo sia tu a modificare il continuum.-

- Io?-

- Ti ho visto. Ad un certo punto sembravi più che deciso e soddisfatto di aver scoperto che Samantha viveva.-

- E allora?-

- Poi hai cambiato idea. Ti si è letto in faccia. Ti sei ombrato.-

- Dici?-

- E' allora, che il fumine ti ha investito.-

-...-

- Lo sai che ho ragione.-

- Si. Lo so che lo sai.-

- E allora?-

-Dovrò rifletterci.-



XXVII.

Il tempo era passato. Moltissimo tempo. Daniel aveva conservato il suo aspetto da venticinquenne, mentre Laura, nel frattempo, la era diventata. Nessuno dei due si preoccupava della cosa: era ormai apparso evidente ad entrambi che il tempo, lì non avesse alcuna importanza. Qualora lei fosse tornata nel suo tempo, l'avrebbe fatto nel preciso istante in cui era scomparsa, recuperando, se l'avesse voluto, il suo aspetto di allora.

In effetti di quando in quando lo faceva. Rientrava nel suo continuum e viveva qualche settimana, tranquilla, portando avanti i suoi impegni di sempre. Poi, al punto prestabilito, Daniel la riportava indietro, e riprendevano quella che ormai era la loro vita abituale.

Vita alla quale, Daniel se ne rendeva spesso conto, si era adeguato ma non è che comprendesse appieno. Dove si trovavano? Era giusto quello che stavano facendo?

E soprattutto, si chiedeva spesso, era giusto quello che stava facendo a Laura? Alla fine l'aveva rapita, e l'aveva costretta a vivere in eterno con lui...si, continuando anche a vivere la sua vita normale, ma alla fine la sua vita era lì, con lui. Sembrava essersi abituata, e sembrava piacergli davvero molto.

Ma era giusto? Non sarà stato che l'avrà privata delle possibilità di vivere una sua esistenza, di prendere le sue decisioni?

Accese il visore che aveva appena finito di montare. Avevano costruito una fortezza, alla fine, in quel posto. C'era voluto moltissimo tempo, anche per quella, ma per loro il tempo, ormai era chiaro, non era affatto un problema. Dentro la fortezza aveva costruito un supercomputer per catalogare le varie realtà che riuscivano a stabilire "importanti". Dei database si era occupata Laura.

Ora, ogni singola finestra si apriva in un visore che avrebbe potuto inquadrare anche più cose contemporaneamente. Volendo, avrebbe potuto cambiare canale come in un televisore. E in quello, il novecentosettantaquattresimo, ora inquadrava proprio Laura. Era nella solitudine della sua stanza, e stava facendo i compiti. Mentre cazzeggiava su Facebook, cioè. E mentre era nella sua solitudine, guardò in alto, e sorrise.

Era come se sapesse che la stava osservando. Era una sua caratteristica naturale.

Probabilmente non avrebbe potuto mai fare a meno di lei. Eppure, un sacco di volte, al momento di riportarla lì, aveva avuto la tentazione di non richiamarla mai più. Di lasciarla nella sua realtà, di aspettare che si dimenticasse di lui...che pensasse di aver sognato, e di continuare la sua vita da solo, per restituirne una a lei.

Non ce la faceva. Era terribile. Era terribile per entrambi. Piangeva, lei, per il suo abbandono, e lo malediceva, e poi urlava che gli voleva bene. Di riprenderla, per favore...

E piangeva lui, perchè comunque la voleva lì con lui, ché la sua compagnia era l'unica che con il passare degli anni aveva trovato sopportabile...e piacevole. E infine una necessità.

Le voleva bene, stupida ragazzina, e alla fine riavvolgeva sempre la scena sul visore fino al punto preciso dell'appuntamento e lì lui la riportava indietro. Lei non avrebbe mai saputo che aveva pensato di lasciarla lì.

Lui si, però. E quando la cosa si faceva veramente triste e dolorosa, si ritirava in quello che lui considerava un po' il suo ufficio privato, dove aveva solo una trentina di visori, quelli sui punti più importanti per lui, e continuava a guardare e riguardare sempre le solite scene: Samantha che lo lasciava, Samantha che moriva, e Laura che lo capiva, in quel pub ad Icona, tanti anni fa.

Spesso Laura lo guardava di nascosto, e soffriva per lui.

La cosa che però riempiva le loro giornate molto più di qualunque altra cosa era l'attenzione alla guerra finale, che in un modo o nell'altro comunque non spariva, era sempre lì, a volte si spostava in avanti nel tempo, altre volte all'indietro, però non spariva proprio mai. E ultimamente, le linee temporali che vedevano attuarsi la guerra civile americana erano sempre di più, e decisero di dare un'occhiata più attenta.


XXXVIII.

La situazione in quel particolare filone della realtà era drammatica: c'era stata una terza guerra mondiale. Come già accennato, il conflitto ebbe inizio nel 2005, a seguito delle elezioni dell'anno prima. Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, non era stata una situazione di religione (o, comunque, di etnia) a dare il via al conflitto. Lo sarebbe stata invece la seconda guerra civile americana, combattuta senza precise linee di confine o trincee tra le città e le forze rurali. La guerra sarebbe scoppiata a seguito dei contrasti nati sulla questione della sicurezza nazionale. Terminata con un conflitto nucleare nel 2015, si lascerà dietro una scia di tre miliardi di morti, e il pianeta impiegherà una ventina d'anni a riprendersi.

C'è da dire che questa realtà, nonostante la drammatica situazione che aveva generato, aveva sviluppato un futuro migliore di quello che si potesse sperare. Intorno al 2036 la popolazione avrebbe fatto enormi progressi per evitare le guerre future. Gli Stati Uniti verranno suddivisi in cinque stati (un po' come Daniel ricordava fosse stato anche nella realtà da cui proveniva, anche se cominciava ad essere un po' confuso su ricordi di questo tipo), e la sede
del governo federale sarebbe stata spostata nel Nebraska. A questo sarebbe seguita la decentralizzazione della società. Strutture personali e non organizzate, come la fede personale e l'interazione sociale avranno un'importnza sempre maggiore. La società, involontariamente creata dai mass media, fatta di isolamento sociale era definitivamente fallita. In più, la tecnologia non venne minimamente scalfita dagli eventi, con una enorme miglioria nei viaggi terrestri su rotaia. Nonostante questo, i veri mezzi del futuro sarebbero stati, riscoperti, cavalli e biciclette, anche se si sarebbe continuato ad utilizzare automobili. Le grandi software house sarebbero, fortunatamente, finalmente scomparse, ma Internet sarebbe rimasto sempre il principale mezzo di comunicazione ed informazione.

La vita sarebbe diventata durissima. Il lavoro nei campi sarebbe cresciuto esponenzialmente solo per permettere alla popolazione di sopravvivere. La vita media, comunque, sarebbe scesa a 60 anni. L'acqua, addirittura, avrebbe dovuto essere filtrata o distillata per rimuovere le particelle radioattive.

Ci sarebbero stati però progressi nell'ingegneria aerospaziale; l'ingegneria genetica, inoltre, avrebbe fatto passi da gigante; si sarebbe trovata la cura per il cancro grazie alla modifica genetica di alcuni virus e...

- Aspetta aspetta aspetta...cosa?-

Daniel e Laura erano rimasti a bocca aperta

-...e si sarebbe scoperto il modo di viaggiare nel tempo?!?-

I due si guardarono negli occhi.

- Siamo diventati matti per costruire il nostro rover...-

-...e avevamo la soluzione a portata di mano.-

-...però, Daniel, voglio essere sincera...-

- Dimmi.-

- Tutto questo mi ricorda qualcosa...-

-uhm..un film, forse?-

- Non credo...una leggenda, magari...-

- Una leggenda?-

E fu in quel momento che lo sentirono. Cioè, lo sentivano e non potevano crederci.

Il rumore di un motore. Fuori dalla fortezza.

Corsero fuori, di scatto. Di fronte all'ingresso aveva parcheggiato un jeeppone, uno di quei scarcassoni superinquinanti.

Una Chevrolette suburban 4x4, avrebbero appurato più avanti. Il guidatore, un bianco castano alto poco più di uno e ottanta, vestito in modo sportivo e con degli strani occhiali scuri, ne era appena sceso, e appena visto l'orizzonte, svenne.

- Corriamo, Laura!-

- Una jeep Chevrolette...aspetta...ora ricordo..!-

Lo stavano soccorendo, Daniel lo prendeva a schiaffi. Nel mentre, per farlo riprendere, gli chiedeva chi fosse.

- Non hai ancora capito, Daniel?...-, disse Laura.

-...Io sono John Titor.-

Sul lato cuore della giacca aveva un simbolo rappresentante un raggio laser curvato da una enorme gravità, con sotto l'iscrizione "tempus edax rerum", il tempo che tutto divora, dalle metamorfosi di Ovidio.


XXIX.

John Titor fu, sarà, o sarebbe un sedicente crononauta che si è presentato pubblicamente attraverso alcuni forum di Internet ad accesso libero il 2 novembre 2000, con il nick TimeTravel_0. Egli scrisse più o meno a ruota libera fino al 24 marzo 2001, data del rientro nel suo tempo. In mezzo a tante affermazioni di indubbio interesse, quelle che hanno realmente attirato l'attenzione dei media sono state le sue dichiarazioni sul come sarebbe possibile realizzare il viaggio nel tempo e su futuri avvenimenti storici. A prescindere dalla veridicità o falsità di quanto affermato, il suo passaggio su Internet ha alimentato molte discussioni sulla condizione umana, sulla possibilità del viaggio nel tempo, e sulla sua stessa veridicità.

La storia: John Titor sarebbe nato nel 1998 in Florida e proverrebbe dal 2036. Militare, reclutato per un progetto di viaggio nel tempo, sarebbe stato inviato nel 1975 per recuperare un esemplare di IBM 5100, il primo PC della compagnia, uno dei primi computer portatili; esso aveva la capacità di leggere i vecchi linguaggi di programmazione IBM oltre a APL e Basic. Tale sistema era necessario nel 2036 per debuggare vari programmi per computer.

Di ritorno dal 1975, Titor avrebba fatto visita alla sua famiglia, nel 2000, e visto se stesso bambino. Avrebbe rivelato nel web la sua origine, accompagnata da una spiccata predisposizione a partecipare a discussioni, per verificare le reazioni del popolo.
L'aspetto provocatorio della storia di Titor sia nel fatto che essa è accompagnata da ben descritte teorie sul viaggio nel tempo, insieme alle domande sull'impatto filosofico che avrebbe avuto l'invenzione della macchina del tempo nella sua società. La teoria riportata da Titor era supportata da diverse prove, e anche da schemi e fotografie della sua "macchina", oltre che da una foto che m
ostra un raggio laser curvato dallo spostamento temporale al di fuori della "distanza verticale di sicurezza" del veicolo. L'opinione pubblica della sua epoca è completamente consapevole della possibilità di viaggiare nel tempo, anche se ci sono ancora scettici. Per completezza, Titor ha affermato che la sua macchina del tempo, la "C204" fu creata dalla General Electric. L'avrebbe installata su una normalissima Chevrolet Corvette convertibile del 1966.

Il 24 marzo 2001, come già specificato, Titor annunciò che sarebbe ritornato nel proprio tempo, e non è più tornato su Internet. Secondo la madre di Titor (che si sarebbe presentata sul forum dopo la scomparsa del figlio), esisterebbe un video della sua macchina del tempo mentre scompare, ma questo non è stato rilasciato pubblicamente o visionato da parti neutrali. Per il suo ritorno, Titor avrebbe installato la C204 su un "Chevrolet Suburban 4x4", che si sarebbe procurato durante la sua permanenza presso i suoi genitori.

Titor fece un sacco di rivelazioni sulla storia futura, ma precisò anche che non era plausibile che arrivassimo a viverle tutte, o tutte nello stesso modo. Affermò con certezza assoluta che il paradosso del nonno è impossibile, perchè l'universo non genera paradossi: infatti segnalò che era stata scoperta come reale la teoria dei molti mondi, e che per ogni svincolo possibilistico si generano infiniti universi paralleli. In realtà, ogni volta che lui fa un salto nel tempo, la macchina lo colloca in una realtà alternativa a quella di origine; vicina, ma parallela.

Delle previsioni che Titor fece sul futuro, infatti, è possibile fare una analisi abbastanza dettagliata:

Il CERN avrebbe fatto un annuncio all'inizio del secolo proprio riguardo la possibilità di creare buchi neri da utilizzare per il viaggio nel tempo; in realtà le sperimentazioni vanno in tutt'altra direzione, vale a dire quella della ricerca del bosone di Higgs (poi effettivamente trovato nel 2012) , ma eventuali buchi neri, che collasserebbero per radiazione Hawking, sarebbero effetti collaterali di questa ricerca. Avrebbero seguito pesanti cambiamenti nella costituzione dei diritti civili negli USA, come de facto è stato. Inoltre, come realmente poi avvenne, affermò che il morbo della mucca pazza sarebbe arrivato negli Stati Uniti. Come fu che in Iraq non sarebbero state trovate armi di distruzione di massa, e che un'altra guerra sarebbe stata combattuta ancora con la pretesa di rimuovere le presunte armi. Aveva ragione anche sul discorso che negli Stati Uniti si preferirà la sicurezza alla libertà. Il PATRIOT Act americano, approvato a seguito delle stragi dell'11 settembre 2001, va proprio in questo senso: esso limita le libertà costituzionali a favore di un maggiore controllo. Si crede che in futuro possa essere inasprito per arrestare i cittadini anche senza le attuali garanzie costituzionali.

Ha anche affermato, però, che nelle elezioni presidenziali del 2008 negli USA avrebbe vinto una donna. Ciò non fu; però per la prima volta è salito un nero, fatto quasi della stessa rilevanza.

Le verosomiglianze non proprio identiche non si limitano qua:

predisse che ci sarebbero state negli Stati Uniti delle agitazioni civili subito dopo le elezioni presidenziali del 2004 che sarebbero aumentate nel 2005 sfociando in una guerra civile. Non proprio di guerra civile si può parlare, però che gli stati uniti prima, e poi il mondo, a partire dal 2004 e poi soprattutto dal 2008 in poi non sarebbero più stati gli stessi è vero. Inoltre, il mondo sarebbe entrato in crisi con gli Stati Uniti, e con se stesso, per colpa delle politiche estere incorerenti e di bassissimo livello degli stessi. Tutto vero, in effetti. Titor descrive la guerra civile e la conseguente guerra mondiale come un sussegguirsi, mese dopo mese, a partire dal 2004, di eventi sempre peggiori, con una evidenza nel 2008 che nulla sarà mai più come prima, una certezza che nel 2012 il conflitto avrà toccato chiunque ed una crescente situazione di guerra mondiale che si sarebbe conclusa in una maniera devastante nel 2015.

Ora noi sappiamo perfettamente che tutto questo non è avvenuto, non in quegli anni. Ma se sostituiamo il concetto di conflitto e guerra con il concetto di crisi, non possiamo più dire la stessa cosa. Nel 2008 il mercato immobiliare americano dimostrò, dopo anni di sofferenza, l'enorme bolla di nulla di cui era composto, ed è evidente a chiunque che la situazione socioeconomica nel 2012 fu esattamente quella di una guerra mondiale.

Titor disse anche che la Corea, Taiwan e il Giappone saranno tutte annesse con la forza dalla Cina. La sua avanzata verrà arrestata solo dall'Australia.
L'Occidente diverrà molto instabile, il che dà alla Cina la fiducia per "espandersi". In effetti, atti di guerra non ve ne sono stati, ma il giappone sarebbe stato tolto dai giochi dallo tsunami nucleare del 2011. E la Cina ebbe effettivamente una espansione economica e sociologica parivalore ad una conquista di guerra, e l'instabilità che seguì tutto l'occidente per i successivi 45 anni non è certo in dubbio.
Disse che la divergenza temporale tra questa worldline, la n
ostra, e la sua originale, sia all'incirca dell'1 o 2 percento. Certamente, diceva, più fosse rimasto qui, più si sarebbe accresciuta questa divergenza. La smentibilità dell'esistenza di Titor è praticamente impossibile: perchè una cosa sia smentibile devono esistere plausibili e precisi esempi contrari. L'affermazione sulla consistenza multiversale che Titor fornisce rende impossibile la smantita degli eventi da lui predetti, e ne potrebbe essere solo confermata la veridicità. Uno degli esempi più concreti che si fecero girava attorno alla guerra civile. Se fosse accaduta, Titor sarebbe stato un vero conoscitore degli eventi futuri (ma anche in questo caso resta l'esempio della profezia auto-avverante). Se non accade, allora si potrebbe argomentare (sebbene debolmente), che la presenza di Titor nel 2000-2001 ha distrutto il continuum temporale e spedito il nostro mondo in una direzione nella quale la guerra civile e gli eventi seguenti non accadranno.

Disse anche che sarebbe stato difficile che la storia potesse prendere una direzione diversa dall'ufficiale solo per le sue affermazioni. Si, certo, la gente avrebbe pututo dare un certo tipo di svolta diversa alle proprie azioni in seguito alle sue parole, ma l'avebbe fatto? Probabilmente no.

Sarebbe stato invece molto più probabile che la sua stessa presenza alterasse una storyline già non del tutto identica.

Su John Titor si susseguirono le più svariate leggende e indiscrezioni. Dall'apparizione di uno studioso del futuro, che segnalava che John era finito in carcere per aver fornito informazioni sul futuro (cosa priva di senso, considerando l'affermazione che il tempo non genera paradossi), al tentativo, fondamentalmente fallito, di più stazioni televisive ed istituzioni di individuare la reale identità di John Titor, fosse esso un mistificatore o un reale viaggiatore del tempo (in tal caso venne cercato il piccolo Titor, appurato comunque che questo non era il suo vero cognome).

Non fu mai trovato.


XXX.


- Ma davvero non avevi mai sentito parlare di Titor?-

- Ma si, ma si...solo che non mi ricordavo. Ero piccolo quando la faccenda di Titor venne fuori...-

-E che c'entra? Io non ero nemmeno nata...-

- Si, ma poi è tornato alla ribalta..se non ricordo male il film è di due anni fa, no?-

- Dipende da quando cominci a contare...se ti riferisci a quando ci siamo conosciuti, si...-

- Dobbiamo assolutamente trovare il modo di conteggiare il tempo tra di noi, quando ci troviamo qua. A volte i nostri discorsi non hanno troppo senso, così.-

- Già. Bhe, insomma, tu eri giovane quando è uscito il film. Magari l'avrai visto, ti avrà rinfrescato la memoria...-

- E tu no?-

- Ma non ti ricordi come stavo? Come ero confuso? Ti pare che avessi la testa di guardare film?-

- Insomma, ti eri dimeticato di John Titor.-

- Già. Fidati che se avessi mai minimamente sospettato che esistesse davvero l'avrei cercata nella sua realtà, la macchina del tempo...-

- Comincio a chiedermi quante macchine del tempo esitano, in tutta la storia...-

- Non l'hai ancora capito, Laura?-

Titor stava riprendendosi.

- Infinite...-

Lo avevano adagiato in una delle stanza del piano superiore della fortezza. Avevano chiuso tutte le finestre, affinchè non potesse, dall'orizzonte, notare l'assenza di una realtò oltre di essa, e risentiri male.

- Signor Titor, le do il benvenuto alla fortezza del tempo.-

- La...fortezza..?-

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