domenica 8 luglio 2012

Un inizio...

Faceva caldo. Fuori non tirava un filo di vento ma come sempre, comunque, la città era infrenetica, inarrestabile, incostante.

Nel suo piccolo eremo ne subiva poco gli effetti, soprattutto con le finestre chiuse, ma bastava avvicinarsi ad una strada per sentirne gli effetti.

Cosa sarebbe accaduto da lì in avanti, era difficile per tutti da ipotizzare. Le cose andavano male, era molto semplice da spiegare. E lo facevano da tanto di quel tempo che era ormai difficile anche solo immaginare che potessero andare meglio di così.

Ora però era tranquillo. Non c'erano più amici scomparsi da cercare, non c'erano malati incurabili, e, incredibile a dirsi, per la prima volta dopo tanto tempo non c'erano guerre in vista. Forse il mondo si era lasciato schiacciare dalla sua stessa recessione e infine aveva compreso che in questa nuova realtà l'industria bellica non paga più.

In un mondo dove le guerre si combattono via internet, dove lo scontro è tra la ragione logica e la ragione di diritto, e i nemici si combattevano schiacciandoli per vie istituzionali, che senso ha sparare a qualcuno?


In questo stesso istante, centinaia di milioni di individui stavano venendo privati dei loro beni, dei loro diritti, dei loro sogni e soprattutto del loro futuro unicamente perchè non assoggettti al sistema. Un sistema che li vorrebbe, comunque, inequivocabilmente, solamente schiavi, pezzi infinitesimali di un puzzle che comunque può fare benissimo a meno di loro, tanti sono.

Guardò i pezzi di ghiaccio sciogliersi velocemente nella bibita che aveva in mano. Come loro, quei pezzi di puzzle avevano un potere immenso, se solo avessero pututo accordarsi...se solo avessero capito.

Ma il ghiaccio continuava a sciogliersi, ed il mondo anche.


Guardò fuori dalla finestra.



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