mercoledì 18 luglio 2012

LA MORTE PUTTANA! (Dylan Dog, il film - parte quinta)

E poi c'è questo.



Come vogliamo definirlo? Il vero film? Una figata? Un impegno un milione di volte superiore alla minchiata di Munroe? Comunque lo si voglia chiamare, "La morte puttana" è un film che lascia il segno. E lo fa per un numero molto alto di motivi.
Vogliamo partire sempre con la solita carrellata? Il solito confrontone con il film ammerigano?

"La morte puttana" ha Groucho, e Bloch. E la Trelkovski.




E anche se non appaiono, si citano Wells, Xabaras e Jenkins. E c'è la morte.

E c'è PERSINO Dellamorte Dellamore. Ah, e ha Dylan Dog, ovviamente. No, lo specifico perchè fondamentalmente nel film hollywoodiano non c'è nemmeno lui. E' giusto dirlo.

"La morte puttana" ha il maggiolone, corretto. Con la targa. Corretti entrambi. Certo, la guida è all'italiana...ma del resto la è spesso anche nel fumetto, quindi...

"La morte puttana" ha la bureau, ha il galeone e Dylan che lo costruisce, ha la penna d'oca ed il libro in con cui il protagonista tiene il suo diario. E anzi, è proprio da quello che la storia parte.

"La morte puttana" parla persino di Lillie.

La morte puttana parla di Dylan Dog, fondamentalmente. Che purtroppo, c'è sempre da dirlo, è molto più di quello che ormai fa lo stesso fumetto. Ma di questo tornerò a parlare.

Parliamo nello specifico di questo film, comunque. In primo luogo, il film dura due ore e dieci. E' un FILMONE. Con una trama semplice e complessa allo stesso tempo, che chiude le porte narrative esattamente come le avrebbero chiuse Sclavi o Chiaverotti ai tempi d'oro, quando Dylan Dog era ancora Dylan Dog. Ed ha le riprese fatte a Venezia ed a Londra. Una venezia che è DAVVERO indicata per il personagio e la storia che deve raccontare. Ed una Londra che..bhe, è Londra. Ah, già! Manca anche quella nel film di Munroe.

Comincio a sospettare che sia troppo facile dimostrare quanto sia fatto bene un film paragonandolo con "Dead of night". Non esiste neppure UN punto in cui Dead of night riesca a battere "La morte puttana"...neppure uno. E quindi, che dire, che fare? come realizzare un vero confronto?

L'unica è realizzarlo con il fumetto. Ebbene, anche qui Frison (che presto intervisterò) se la gioca più che bene. Denis non somiglia a Dylan Dog. Non somiglia allo stereotipo del personaggio che tutti abbiamo in mente, eppure è IDENTICO al Dylan Dog di Nicola Mari.





Questo probabilmente indica che il Dylan Dog di Mari non ha molto dell'aspetto stereotipo del personaggio, ma è comunque una delle proiezioni dello stesso universalemente accettate come valide ed al contempo stilose, come quella di Stano, di Dall'Agnol, di Freghieri, di Roi, di Villa, dei PRIMI Montanari e Grassani (solo di quelli), eccetera (ovviamente esistono anche versioni del personaggio che pur essendo ben fatte non rispecchianto concretamente una versione riuscita, ma di certo Mari non fa parte di quelle).


Quindi, in qualche modo il Dylan Dog di Frison è proprio Dylan Dog. Lo è esteriormente, ma lo è soprattutto interiormente. E lo è da solo, esattamente come il Groucho di Walter è proprio Groucho da solo (ricordo che nel film di Roberto D'Antona la coppia Dylan-Groucho funziona bene soprattutto nella loro accomunanza, laddove Dylan Dog non è molto Dylan Dog, Groucho non è esageratamente Groucho, ma insieme appaiono effettivamente come Dylan e Groucho). Qui i personaggi possono essere separati e funzionano perfettamente per quello che sono. Così come ogni parte del film funziona per quello che è, una storia dylaniata abbastanza old style da apparire perfettamente come deve essere. Tanto da sentirmi di invitare Frison a provare a scriverlo, Dylan Dog...proprio per la Bonelli.

Qui comunque entriamo nello specifico della assoluta professionalità del progetto e dei suoi autori. In rete già si parla, soprattutto SI CHIEDE, un seguito alla storia...cosa che non è affatto da escludere. Ed è chiaro, data l'esperienza maturata in questo progetto, che essa sarà assolutamente migliore (ma guardate che già qua siamo ad un livello molto, molto, molto alto...se qualche peccato di ingenuità vi si trova, è facile riscontrare che esso è dovuto alla mancanza di un vero e proprio budget e non a incapacità di vario genere. Non dobbiamo comunque dimenticare che si tratta di un prodotto amatoriale). Bene, cosa accadrà allora? Come si concorderà all'esistenza di un prodotto privo di lucro, gratuito, assolutamente SUPERIORE a qualunque tipo di prodotto ufficiale si possa realizzare sull'argomento?

Quale varrà considerato il prodotto ufficiale? Quello effettivamente ufficiale o quello fatto bene?

Sia chiaro che la mia intende essere assolutamente ed apertamente una provocazione. Una provocazione nei confronti di chi ha accettato che Dylan Dog, il NOSTRO Dylan Dog, diventasse quello che è diventato. E che poi venisse trasposto in un film che fa tutto fuorchè parlare di Dylan dog.

Allora, la mia domanda è: chi è che ci ha traditi?

E Frison, restituendoci il reale personaggio, cosa ha fatto? Ne è diventato uno degli autori?

Comunque la si voglia interpretare, e comunque la pensi gente che NON SA MINIMAMENTE COSA SIA (FOSSE) DYLAN DOG (ho trovato una recensione in rete che non ha il minimo senso) Frison ha fatto un lavoro a dir poco eccezionale.

Credo che ci troviamo di fronte ad un caso primo a livello mondiale sull'argomento. Non riesco a trovare un esempio che possa reggere il paragone, se non, in forma contraria, il famoso film di Watchmen che, come abbiamo già detto, non ha minimamente soddisfatto l'autore, Alan Moore, ma che è assolutamente perfetto dal punto di vista della trasposizione. C'è da dire che in quel caso però l'autore è il solo che si sia chiamato contrario al progetto, mentre l'avvallo della DC comics è forte e ben sentito. C'è da dire che Moore non riconosce neppure la DC comic come reale detentore dei diritti della sua opera, quindi la cosa fa un po' esempio a se...

No, nel contesto generale non trovo parallelismi funzionanti. Ricordo film brutti tratti da fumetti bellissimi, e ricordo film tratti da fumetti (o anche cartoni animati) che non somigliano nemmeno da lontano all'opera da cui sono stati tratti. Belli o brutti che poi fossero i film in questione.
Ma non ricordo minimamente un caso in cui, in contrapposizione al brutto prodotto ufficiale, esista un contrapposto amatoriale infinitamente migliore del primo.

Denis Frison ha rotto delle barriere. E in tempi in cui l'autorialità è in aperta valutazione, il futuro è ancora tutto da scoprire.

Una grossissima speranza è che la Bonelli, ora, forte dello scandaloso risultato di Dead of night, e dell'incredibile senso del personaggio de "La morte puttana", abbia il buon gusto di fare un saltino indietro e capire cosa c'è di sbagliato nel Dylan Dog attuale. Per quale motivo i lettori non o riconoscono più.

La botta di genio finale nel capolavoro di Frison sta in una delle ultime battute del personaggio :

























ATTENZIONE SPOILER!! INTERROMPETE LA LETTURA SE NON VOLETE ROVINARVI IL GUSTO DELLA VISIONE!



























" Non lo so...forse...ora che...non lo so, forse devo solo riprendermi...", simbolismo sul fatto che la confusione in cui si trova il personaggio è fortemente SENTITA, tra i lettori...e secondo Frison (e anche secondo me), anche dal personaggio stesso.
E già che sono in Italia, decide di fare un viaggetto a Buffalora, la città di Francesco Dellamorte.


Dove tutto è iniziato. Da dove si può ripartire.



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