lunedì 2 aprile 2012

L'inutile

"L'inutile" è un film commedia del 1984 interpretato dal gruppo britannico dei Roger Lostaker, prodotto da Joshua Varkdez, all'epoca curatore della Metro Goldwyn Mayer. La pellicola consiste in una serie di sketch comici sulle diverse sensazioni della vita, sulla falsariga degli sketch della serie televisiva "The los taker meanville of Roger", andata in onda ininterrottamente dal 1969 al 1985 nella fascia serale della XBS, e si aggiudicò il secondo premio della giuria al 37° festival di Cannes.

Il film, importantissima (e notevolmente anticipatore dei tempi) riflessione sul marcio del mercato del cinema, inizia con la celeberrima scena della navigazione pirata sui cieli dell'armonia. Da una recente ricerca tra i giovani tra 14 e 22 anni la scena risulta tra le prime 10 più ricercate tra i video di youtube, ed è chiaro comprendere perchè: la sottile poetica mescolata alla tagliente satira sociale ne fanno un perfetto parallelismo con la situazione economica mondiale attuale.

Dopa la famosa scena, seguono 5 parti:

Prima parte-I sette colori dell'arcobaleno (interpretati dai membri dei Roger Lostaker) stanno piangendo la morte dell'ottavo colore (che non viene mai mostrato, sottintendendo che comunque non possiamo vederlo), e si chiedono come potrà mai l'armonia dei colori essere mai più rispettata senza l'ottavo. Uno di loro (Bob Hotxer), allora si chiede se l'armonia non possa essere in realtà composta solo da loro, chiarendo che l'ottavo DOVEVA comunque andarsene. Questo sottintende la capacità umana di riconoscere l'armonia in quel che trovano, piuttosto che in qualcosa che ancora ha da venire.

Seconda parte-Nei ricordi dei colori, assistiamo alla nascina dell'ottavo colore. Da notare che comunque esso non viene MAI mostrato, mettendo in evidenza l'impreparazione dei medici che non si aspettavano la sua venuta al mondo, dopo la nascita del settimo (che invece viene mostrato).

Terza parte- assistiamo all'apprendimento scolastico del colore, e poi, nella seconda sezione di questa parte, alla sua situazione lavorativa. In ogni contesto, comunque, tutto è mostrato in maniera tale che non sia necessario mostrare il colore: a scuola sono i suoi insegnanti a discutere della sua valutazione (sottolineando il fatto che il suo apprendimento non procede, è sempre allo stesso livello, e che in fondo il fatto che ci sia o non ci sia non cambia assolutamente nulla), mentre nella ditta dove lavora i suoi superiori si interrogano sulla necessità di sostituirlo, poichè la sua sezione sembra essere sempre scoperta (stiamo assistendo ai preamboli del suo licenziamento, anche se questo non viene mai annunciato).

Quarta parte-qui protagonista è la moglie (Gustav Hobbes) dell'ottavo colore: prendendo un the con le amiche (gli altri sei esponenti del gruppo) racconta le basse prodezze del marito, arrivando persino a dire "se lui non ci fosse vedrei le cose molto più chiaramente". Questa affermazione ci lascia pensare che l'ottavo colore possa essere il buio, l'ombra, o molto più precisamente, il nero (che come è risaputo non fa parte dei colori dell'arcobaleno).

Quinta parte-con una punta di metafisica allegorica, ci viene mostrata la morte dell'ottavo colore. Presentata come un gioco a premi, una conduttrice (Gustav Hobbes) ci invita a scoprire dove si trova quel che serve all'ottavo colore, senza precisarci di cosa si tratta. La scena è completamente allucinata: un cameriere, curiosamente vestito da monaco, entra in sala chiedendo all'unico ospite seduto al tavolo se può portargli qualcosa. Questi risponde che è assetato e che gli porti qualcosa da bere. Allontanandosi, possiamo renderci conto del fatto che il cameriere ha quattro gambe e un meccanismo sulla schiena che ovviamenta da il moto alle gambe. Mentre questo non è inquadrato, si presenta un secondo ospite, che si siede a fianco al primo. Allargando l'inquadratura, ci rendiamo conto che il secondo ospite ha i tacchi a spillo. Per nulla turbato da questa cosa, il primo ospite gli chiede cosa lo porti qua. Egli risponde che sta cercando quello di cui l'ottavo colore ha bisogno. Sullo sfondo, ci sono finte voci tra gli spettatori del finto pubblico che suggerisce "sotto il tavolo", "nella tasca del secondo ospite" "l'ottavo colore ha bisogno del cameriere!". In quella il cameriere rientra in scena e porge un the al primo ospite, e chiede se può portare qualcosa anche al secondo. Fuori campo, ancora, "nel bicchiere del the!"(in esso, effettivamente, è chiaramente possibile scorgere qualcosa, ma nessuno nella pellicola sembra accorgersene e anzi, probabilmente il primo ospite se lo beve).

Segue un susseguirsi di non sense, uno dopo l'altro, dal cielo precipita qualcuno, sfracellandosi al suolo. In realtà possiamo solo scorgere la sua macchia indistinta, ma abbastanza per renderci conto che qualcuno è caduto (ma non sufficiente per poter affermare di riuscire a vederlo). E' l'ottavo colore, che chiaramente è morto. In ultima, il cameriere afferma che il film è finito, e che possiamo anche andarcene.

Mentre iniziano a scorrere i titoli di coda, questi vengono interrotti dal consiglio d'amministrazione della società produtrice del film, che discute sulla fattibilità dello stesso e il senso che questo abbia, anche e soprattutto economicamente parlando. Mentre arrivano quasi alle mani nella loro discussione, fuori dalle loro finestre si vede passare la nave pirata, simboleggiante il megasfruttamento che le multinazionali dell'intrattenimento hanno fatto del cinema, che sulla luce, composta dai colori, si basa, e sul come il suo mercato ormai marcio si possa combattere solo con la pirateria.

Ordine perentorio delle sale che trasmettevano il film, era che dopo questa scena (omai finita la proiezione) la sala dovesse rimanere interamente al buio per almeno un minuto, impedendo alla gente di andarsene. Solo dopo questo minuto, si sarebbe sentita la voce di Robin Artes (il colore giallo) pronunciare: "bhe...basta pensare a lui." Solo a questo punto si sarebbero accese le luci.

Tra i produttori esecutivi, nelle locandine e nei titoli di testa, viene riportato Joshua Darkness, anzichè Joshua Varkdez. In seguito sarebbe stato segnalato come un errore di trascrizione.

Dopo il grande successo del loro film precedente, "Il barone di Munchausen" (la versione del 1982, realizzato in risposta a quello di Mark Zakharov del 1979), con Robin Williams nei panni del Re della Luna e una giovanissima (e ancora minorenne) Uma Turman nel ruolo di Venere, i produttori chiesero a gran voce un nuovo film del gruppo. In effetti i Roger non ne avevano per niente voglia: Erano tutti impegnati in progetti individuali e non avevano nessuno stimolo forte come era accaduto per il Barone. Lo stimolo venne però da solo quando uno dei loro agenti (Turch Estwood, divenuto poi celebre per aver "scoperto" Gary Oldman, riuscendo a fargli avere una parte in "Sid e Nancy", film biografico sull'ex bassista del gruppo punk dei Sex Pistols, diretto da Alex Cox) gli disse : "Fate subito un altro film e non dovrete più lavorare in vita vostra!"

I sette, allora, spinti da cotanta verve, si riunirono per sei settimane alle Hawaii per scrivere la sceneggiatura, adducendo che lo scenario bene si sarebbe prestato per la ricerca delle location.

In realtà le Hawaii non appaiono minimamente nella storia, ed è abbastanza ovvio che il gruppo tornò dalla vacanza senza uno straccio di idea, ma del tutto riposato e rilassato.

La trama iniziale infatti doveva riguardare gli stessi Roger Lostakerche affrontano un processo penale a causa del film precedentemente realizzato. Scee tagliate, interviste, commenti e dialoghi sul soggetto dovevano servire come elementi concatenanti per una trama minimamente prevista che si sarebbe conclusa con la condanna a morte degli autori, ognuno ucciso in una maniera diversa e piuttosto fantasiosa. La morte dell'ottavo colore è tutto quel che resta dell'idea originale del film.

L'idea però, per l'esiguità stessa del soggetto, non forniva abbastanza spunti per gli sketch ed i sette si arenarono ben presto, arrivando quasi ad abbandonare il progetto. Fu Hobbesa proporre di iniziare dalla scena della morte ipotizzando che loro sette fossero gli unici rimasti di un gruppo di otto, fornendo lo spunto per tutto il resto della trama.

La divisione in sketch offrì ampia libertà agli autori, che poterono così muoversi in maniera estremamente libera per la sua realizzazione. Alcune scene vennero cestinate in fase di lettura perché giudicate poco divertenti dal gruppo. Una di queste scene era la quella della votazione scolastica, di cui Hobbes era autore. La scena fu ugualmente girata perchè Bob Hotxer ritirò il suo voto negativo, rivalutando fortemente la figura del personaggio della signorina Roxet, che volle interpretare personalmente.Contrariamente, la scena del matrimonio fu cestinata dopo esser stata addirittura girata. Il maggiore stravolgimento però fu quello nella scena di Gerry Bic.

Gerry era solito creare autonomamente scene animate, e così gli fu affidata la scena dei pirati, che inizialmene doveva avere un ruolo centrale nella pellicola. Nello scadenziario dei tempi gli furono affidati 7 minuti, e Bic si ritirò subito in separata sede per realizzarla.

Mentre gli altri sei giravano il resto del film, Bic richiedeva un budget sempre più alto, tanto da insospettire il resto del gruppo. Un giorno quindi i suoi colleghi decidettero di andare a trovarlo e scoprirono un set enorme con attori in carne ed ossa. Completamente autonomo da tempo (Bic aveva alle sue spalle già 24 film, tra cui il famosissimo "L'eroe della strada", del 1975 (nel quale è però accreditato come Walter Hill), il regista e attore aveva deciso di cambiare pesantemente i suoi piani, arrivando ad un girato di ben 32 minuti effettivi.

Pur ridimensionando la sua parte fino a 18 minuti, nel montaggio risultava così tanto evidente che la scena era girata con un taglio tanto diverso da porsi delle domande sulla sua stessa presenza.

Si decise quindi di farla diventare una brillante scena di apertura (accorciandola ulteriormente a 11 minuti) aggiungendo una chiusura in tema con la stessa.

Nonostante il riconoscimento a Cannes, i Roger non si dichiararono mai completamente soddisfatti del film. In particolar modo, Hobbes lamentò sempre la scena finale del cameriere, che secondo lui spezzava la continuità di narrazione e toglieva quasi senso alla storia.


E' da ricordare che per tutta la realizzazione del film il titolo provvisorio del film fu "Il monaco elettrico". Il titolo nasceva da una idea che Douglas Adams aveva avuto durante la realizzazione di "City of death", la seconda puntata della 17ma stagione della fortunata serie del Dr. Who, andata in onda nel 1979, idea che sarebbe poi stata sviluppata nel fortunato "Dirk Gently's Holistic Detective Agency" ben 8 anni dopo. Douglas, che collaborava spesso con i Roger, propose loro l'idea durante la prima fase della stesura del progetto, tanto che la cosa gli piacque talmente tanto da voler inserire la figura del monaco cameriere elettrico sin dalla prima (e unica) scena realizzata di quella prima stesura.


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